Cibo
Caratterizzazione della tipicità dei prodotti alimentari locali per una filiera di sviluppo.
Azione 3: “Adozione del Marchio d’area rivolto ai prodotti alimentari ed orticoli” (la denominazione precisa del Marchio sarà decisa nel corso della attuazione del progetto).
Azione 3.1 Nell’area dei “prati stabili medio Brenta”, primeggia la zootecnia da latte, grazie alla ricchezza d’acqua che consente la specializzazione foraggiera dei prati irrigui, alimento primario delle vacche da latte. L’irrigazione consente una agricoltura specializzata, vocata anche alle produzioni cerealicole ed allevamenti di carni, sia rossa che bianca, nonché allo sviluppo di produzioni orticole nelle singole fattorie, o frutticoli, in piccoli poderi. Nell’ambito dell’Obiettivo 3 (cibo), all’Azione 3.1, è prevista la valorizzazione dei terreni agricoli all’uopo individuati nei due comuni di Pozzoleone e Schiavon a seguito della mappatura dell’Azione 1.1, con il marchio d’area “prati stabili medio Brenta”, che potrà essere veicolato dalle aziende che sono insediate in loco, per contrastare le importazioni da paesi stranieri (ad esempio: Austria, Moravia, ecc.). Si prevede di investire nella formazione dei giovani agricoltori, coinvolgendo le filiere delle lavorazioni della carne (bovina, avicola, ecc.) e del latte (bovino, caprino) e derivati. A tale scopo sarà rivolta al Ministero dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare la richiesta del logo di “filiera corta”, ai sensi dell’articolo 5 della Legge 17 maggio 2022 n. 61 (pubblicata in G.U. n. 135 del 11 giugno 2022). Sempre nell’ambito dell’Obiettivo 3 (cibo), all’Azione 3.1. è previsto il tabellamento delle aziende agricole che sono interessate ad essere iscritte alle “Strade delle Fattorie dei prati stabili mediobrenta”, anche mediante la realizzazione di apposita cartografia da divulgare con il sito internet e nelle varie manifestazioni, nell’arco della durata biennale del progetto. La tutela dell’ambiente dei prati stabili medio Brenta passa anche attraverso le realtà dei produttori agroalimentari del territorio, che sono stati selezionati nel contesto di un futuro distretto agroalimentare. Non solo, quindi, mere etichette, ma riconoscimenti di eccellenze locali, a partire dalle produzioni animali, consentendo agli agricoltori e/o allevatori di cogliere tutte le opportunità offerte dai contratti di filiera, derivanti dalle risorse del PNRR agricolo e del Piano complementare, ai fini del contenimento dei costi e di una giusta remunerazione del lavoro agricolo, ma anche del parco agrisolare, che grazie al fotovoltaico consente la riduzione dei costi di energia. Le filiere della lavorazione delle carne e del latte aiutano le imprese che hanno scelto l’innovazione, mantenendo l’attività nell’area interna della pianura veneta nell’est vicentino, aumentano la competitività delle fattorie ed introducono metodologie volte al benessere animale. Il risultato è una migliore qualità dei prodotti e dei processi, cui dedicheremo un focus specifico a causa dei molti vincoli che vengono imposti dalla normativa comunitaria. A titolo di esempio, si pensi alla assimilazione delle emissioni degli allevamenti bovini alle emissioni delle industrie. Ma non solo carne e latte, ma anche alberi e scoli, corridoi verdi tra i paesi che mitigano la siccità e ripuliscono l’aria (connessioni ecologiche tra le città, i sistemi agricoli di pianura, il patrimonio forestale dei fiume, vedasi il progetto Brenta Life). In questo contesto, il progetto “Sviluppo nella biodiversità delle terre del Brenta” condivide e supporta l’azione del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e le decisioni del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, nella approvazione della legge contro la carne coltivata, promulgata il 1° dicembre 2023, n. 172 (in G.U. 01.12.2023 n. 281), come già espresso in precedenza con deliberazione di Giunta comunale del Comune di Pozzoleone n. 27 del 28 novembre 2022, di cui vedasi il successivo approfondimento. I tracciati delle “ Strade delle Fattorie dei prati stabili medio Brenta “, toccheranno sia le aziende agricole che i luoghi di produzione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari dei comuni di Pozzoleone e Schiavon, con possibilità di replicarsi per interessare i comuni limitrofi. Gli itinerari saranno percorribili preferibilmente in bicicletta, durante tutto l’anno, ma specie con le belle stagioni, offrendo occasioni di conoscenza ambientale (pascoli, risorgive), naturalistica (fiume Brenta, rogge e siepi ripariali) ospitalità (alberghi, agriturismi) e buona tavola, con prodotti da acquistare direttamente nelle aziende agricole.
Sono quindi contemplati:
- › cartellonistica a carattere informativo promozionale;
- › comunicazione pubblico – redazionale su carta stampata;:
- › realizzazione video interviste dei titolari delle aziende
- › partecipazioni a manifestazioni ed esposizioni
- › eventi ed iniziative mirate alla presentazione delle “strade delle fattorie dei prati stabili medio Brenta”
- › visite scolastiche;
- › spesa presunta di progetto:
Azione 3.1. Difesa della filiera agricola, per la salute umana, contro la carne coltivata.
La recente legge 01 dicembre 2023 n. 172 , pubblicata in G.U. n. 281, recante il divieto di produzione e di immissione in commercio della carne coltivata ( nota anche come carne sintetica), è stata votata in via definitiva il 16 novembre 2023 seduta n. 197, dalla maggioranza di governo (voti 159) con la non partecipazione/astensione del Partito Democratico (voti 34) e il voto contrario della restante opposizione (voti 53). La legge fortemente voluta da Coldiretti, era stata richiesta da oltre due milioni di italiani e dalle deliberazioni di oltre duemila comuni italiani, come riportato nel manifesto dell’associazione pubblicato sui quotidiani nazionali. Il Governo ne ha condiviso la sostanza, che è la stessa che si ripropone in altri ambiti (etichette alimentari, tutela dei marchi, riciclaggio, ecc.) quando ci si confronta con la ottusità degli organismi europei, che sembrano seguire piuttosto gli interessi economici delle multinazionali della chimica agroalimentare. Il voto delle opposizioni non trova giustificazione se non in preconcetti ideologici di radice marxista, da sempre contrari alla piccola proprietà contadina presente nei nostri comuni. Questa legge rappresenta un passaggio volto alla tutela della nostra filiera dei prati stabili medio brenta, perché sulla quantità saremo sempre perdenti nei confronti delle multinazionali, che vogliono vendere prodotti alternativi al vino, alla carne, alla polenta, perfino al pesce, ma sulla qualità possiamo puntare per la sopravvivenza della nostra agricoltura. Chi ha una certa età si ricorderà della invasività della chimica (addensanti, coloranti, ecc.) nelle bistecche, ed ancora oggi non si sa se anche la più recente pandemia non derivi da una sperimentazione o manipolazione animale. Perché il contesto della salute è stretta conseguenza della vita (che facciamo) e del cibo (che mangiamo). Non basta andare a giocare a paddle o riposarsi nelle Spa, come è di moda tra i fautori radical-chic di certo ambientalismo militante, che si fissa su un particolare dimenticando il resto: un comune vieta le grigliate e i barbecue nel mentre fa una Fiera che alimenta il traffico veicolare. Oppure un Commissario UE vuole imporre le bottiglie di vetro tutte uguali, così le multinazionali sopprimeranno i vetrai veneti. Un altro Commissario UE vuole imporre certe etichette del vino e poi lascia passare la falsa copiatura del nostro prosecco, per non parlare del falso grana e della falsa mozzarella. Spieghiamo, dunque, cosa è la carne coltivata, detta anche sintetica, artificiale o “clean meat” (inglese, dove clean vorrebbe dire pulita) ed è il risultato di un processo di coltivazione cellulare effettuata in laboratorio su cellule animali staminali. Le cellule poste in contenitore detto “piastre di Petri”, vengono fatte crescere in un biorettore che riproduce le condizioni di vita di una mucca, sino a raggiungere la concentrazione desiderata per differenziare le cellule muscolari. Dopo la differenziazione, le cellule iniziano a formare minuscole fibre dette “miotubi”, le unità di base delle fibre muscolari, che continuano a crescere in tessuto muscolo schelettrico se si forniscono le giuste condizioni. Per ottenere carne mangiabile, servono poi due elementi di supporto: un siero (quello che funziona meglio contiene siero fetale bovino che aiuta le cellule a moltiplicarsi e a differenziarsi) ed una superficie (una sorta di impalcatura o “scaffold” in inglese) sulla quale fare orientare la crescita dlele cellule per dare loro una struttura tridimensionale. Il contenuto dei nutrienti è costituito da antibiotici e fungicidi, per evitare la contaminazione delle cellule; poi si aggiungono grassi, tipo acidi saturi, polinsaturi, omega-3,ecc.
Su questo la scienza non conosce ancora appieno gli effetti sugli umani che mangiano questo cibo. Con l’aggiunta delle sostanze chimiche al terreno cellulare, la carne coltivata diventa un “cibo chimico”. La ricerca può anche andare avanti,.. ma noi preferiamo la carne delle nostre mucche, Rendena, Frisona, Piemontese, Limousine, Pezzata, Charolais, Grigia alpina, ecc. Tra le motivazioni che i fautori della carne sintetica sostengono, al netto della ragione principale dell’interesse economico delle grandi multinazionali, c’è il fatto che questa produzione ridurrebbe l’inquinamento perchè le vacche (ma anche gli esseri umani) quando mangiano defecano ed orinano sui campi. La circostanza non merita neanche di essere considerata, se si confronta con quanto inquinano i voli degli aerei e con i danni dei disboscamenti delle foreste. Ridicolo poi affermare che la carne sintetica serve per alimentare l’aumento della popolazione mondiale, quando invece basta che si rendano coltivabili le enormi distese di terre abbandonate, portandovi l’acqua con i canali e le piantumazioni.
Secondo l’International Panel of Experts on Sustainable Food System, la carne coltivata in realtà “ rafforza il dominio dei sistemi alimentari da parte delle grandi aziende industriali agroalimentari, diete standardizzate di alimenti trasformati e catene di approvvigionamento industriale che danneggiano le persone ed il pianeta” oltre che le nostre piccole filiere ed i nostri giovani agricoltori. In conclusione, il merito di questa importante vittoria politica va dunque a questa parte di agricoltori, della Coldiretti, ed al Ministero che li affianca nelle sedi nazionali ed europee, sia con i brand “Made in Italy” che “Firmato dagli Agricoltori Italiani”. “Grazie per aver messo al primo posto la salute dei cittadini e protetto la nostra biodiversità”
Informazioni tratte dagli approfondimenti di Federcarni n. 11/2023.
(deliberazione di Consiglio comunale di Pozzoleone n 27 del 28.11.2022 )
Azione 3.2. Valorizzazione dei prodotti agroalimentari con il marchio d’area.
Il cibo non è soltanto la materia con cui far sopravvivere il corpo, ma diventa il modo con cui alimentare l’anima, quando all’elemento materiale si accompagna il momento olfattivo e visivo, e , in ultima analisi, il modo per raccontare il territorio e gli abitanti ove si forma.
Nell’ambito dell’Obiettivo 3 (cibo) all’Azione 3.2, è prevista la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con il marchio d’area “prati stabili medio Brenta”, già adottato per i terreni all’uopo individuati nei due comuni, che potrà essere veicolato dalle aziende che producono in loco, sia con riferimento ai prodotti lattiero caseari e derivati, sia quelli delle carni, nonché quelli orticoli e dei frutteti, in aggiunta alle produzioni già tutelate. Al riguardo, è noto che a partire dal 1992 l’Unione Europea ha adottato specifici regolamenti a tutela e garanzia di prodotti alimentari tipici, a partire dal Reg. 2091/92 sulle DOP. e IGP., dei quali i Consorzi di tutela rappresentano il baluardo contro le copiature dell ”italian sounding”. La DOP., denominazione di origine protetta, valorizza i prodotti collegati in modo molto stretto all’ambiente di denominazione, quando produzione e trasformazione avviene nell’area in conformità dei disciplinari: quindi un formaggio prodotto in Romania non sarà mai una DOP veneta. La IGP., indicazione geografica protetta, tutela solo una fase legata all’ambiente, e quindi in questi casi qualcuno potrebbe tentare di mischiare prodotti “foresti”. La STG , specialità tradizionale garantita sono quelli consolidati nel tempo e nel luogo, e quindi con una composizione con materie prime uniche, come il fieno dei prati stabili, ed elencati nelle tabelle del Ministero dell’Agricoltura (o a quello oggi corrispondente), ultime delle quali nel D.M. 11.02.2020. Ci sono poi i Prodotti Biologici, che di norma escludono l’impiego di elementi chimici non naturali, di cui al Regolamento CEE 2092/91. Infine, ci sono le De.Co., denominazioni comunali, che sono un riconoscimento concesso mediante un regolamento comunale e quindi non è un marchio ma una attestazione di tipicità locale. ai sensi della L. 142/1990 e smi. Da ultimo, il marchio regionale QV , Qualità Verificata, identifica un sistema di qualità istituito dalla Regione Veneto per tutelare e valorizzare prodotti agricoli ed agroalimentari di qualità, sia in ambito zootecnico (9 prodotti) che vegetale. I produttori devono adeguarsi ed applicare i disciplinari di produzione, approvati dalla Regione Veneto, che garantiscono ai consumatori una qualità superiore rispetto ai prodotti commerciali, in termini di sanità, benessere ambientale e tutela ambientale. Tutti i prodotti di qualità a valenza comunitaria vengono riconosciuti per la certificazione dal CSQA – Istituto per la qualità e le tecnologie alimentari di Thiene , che controlla ed attesta il rispetto delle norme previste dai disciplinari europei di produzione, che abbiamo conosciuto durante la visita aziendale del Corso casari 2023.
Nell’area dei “prati stabili medio Brenta”, primeggia la zootecnia da latte, grazie alla ricchezza d’acqua che consente la specializzazione foraggiera dei prati irrigui, alimento primario delle vacche da latte. L’irrigazione consente una agricoltura specializzata, vocata anche alle produzioni cerealicole ed allevamenti di carni, sia rossa che bianca, nonché allo sviluppo di produzioni orticole nelle singole fattorie, o frutticoli, in piccoli poderi.
I formaggi
Il grana padano è il re della tavola, (DOP più venduta nel mondo), perché va dappertutto, (nel senso che si abbina a qualsiasi pietanza) ed è prodotto in gran parte della pianura padana con latte vaccino: quello della Latteria Casona di Pozzoleone richiede circa 17 litri di latte per un chilo di formaggio, con una stagionatura di 12, 24 o 36 mesi; le forme sono rotonde alte circa 18-25 centimetri diametro 35-40 cm. e pesano da 24 a 40 chilogrammi. Sulla crosta viene sempre impresso il marchio del Consorzio di tutela, che ha sede a Desenzano del Garda (BS). Il Grana Padano si fregia del marchio DOP dal giugno 1996, mala sua DOP è anteriore (dal 1954).
L’asiago è prodotto nelle provincie di Vicenza e Padova, ove il latte è trasformato in formaggio entro le 48 ore dalla mungitura, eseguita manualmente nell’Altopiano, grazie alla presenza delle malghe, dove vengono allevate le mandrie durante l’estate, e poi riportate in pianura con le transumanze (famose quella di Bressanvido, di San Pietro in Gu, di Gazzo, di Carmignano di Brenta). Esistono due tipologie di Asiago prodotto con latte vaccino semigrasso, con due tipologie di lavorazione casearia: l’Asiago pressato, di pasta semidura, ottenuto con latte intero pastorizza e forme da 11 a 15 kg.; l’Asiago d’allevo, di pasta semidura (Mezzano) più dura ( e granulare (Vecchio e Stravecchio), qui vediamo come la stagionatura fa la differenza. Sulla crosta viene sempre impresso il marchio del Consorzio di tutela, che ha sede a Vicenza. L’Asiago si fregia del marchio DOP dal Reg. CEE 1107/96 (giugno 1996), ma la sua DOP è anteriore (dal 21.12.1978). Quest’anno potrà essere apprezzato anche grazie alla “filiera trasparente” di inizio settembre
Il Montasio è un tipico formaggio da tavola, prodotto sia nel vicentino che nel padovano, ancorchè traggo la denominazione dall’Altopiano friulano; è ottenuto con latte vaccino intero e poi stagionato con vari periodi, da 2-5 mesi (fresco), a 5-10 mesi (mezzano) ed oltre (stravecchio), assumendo, in tal caso, un lieve sapere piccante. le forme sono rotonde alte circa 8 centimetri e pesano da …. a 35 chilogrammi. Sulla crosta viene sempre impresso il marchio del Consorzio di tutela, che ha sede a Rivolto di Codroipo (UD). Il Montasio si fregia del marchio DOP dal Reg. CEE 1107/96 (giugno 1996).
I prodotti orticoli
A Pozzoleone, diverse fattorie locali coltivano gli asparagi qualità bassanesi (o bianco di Bassano), meno quella verde, perché i primi sono più facilmente commerciabili e redditizi. I turioni (la parte che si mangia) sono raccolti tra aprile e maggio e venditi sia in loco che nei mercati comunali.
I frutteti
Al limitare nord occidentale di Schiavon, in prossimità della Pedemontana, troviamo alcuni poderi ove sono piantati ciliegi. Sono ciliegie qualità marosticana , una IGP di cui al Reg. CEE n. 245/2002, tutelata dal Consorzio per la Ciliegia di Marostica con sede a Colceresa – Mason Vicentino.
Ben coerente con la produzione delle ciliegie è il miele prodotto dagli alveari specializzati sparsi nei prati stabili medio Brenta.
Concludiamo questa rapida rassegna, prospettando come, a seguito della Legge regionale 12.12.2003 n. 40, come modificata con L.R. 04.08.2023 n. 20, le suddette produzioni potrebbero costituire un ambito di attività da parte di prati stabili medio Brenta per l’ulteriore valorizzazione nel contesto della comunità del cibo di cui alla L. 194/2015 e e DDR. 73 del 2021, o del distretto del cibo di cui alla Legge 18.05.2001 n. 228, con la procedura della DGRV. 151 del 09.02.2021 oppure come prodotti di filiera corta e a chilometro zero, di cui alla Legge 17.05.2021 n. 61 e L.R. n. 1 del 27.01.2023.
Informazioni tratte dal sito internet di Veneto Agricoltura e Wikipedia.
Si ringrazia CSQA- Istituto per la qualità e le tecnologie alimentari di Thiene per la collaborazione scientifica.
Caseus : Piazzola Sul Brenta 30 settembre-01 ottobre 2023.
Nell’ambito dell’Obiettivo 3 (cibo) all’Azione 3.2, è prevista la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con il marchio d’area “prati stabili medio Brenta”, già adottato per i terreni all’uopo individuati nei due comuni, che potrà essere veicolato dalle aziende che producono in loco, sia con riferimento ai prodotti lattiero caseari e derivati, sia quelli delle carni, nonché quelli orticoli e dei frutteti, in aggiunta alle produzioni già tutelate. A tale scopo, il progetto “Sviluppo nella biodiversità delle terre del Brenta” è stato presente all’evento CASEUS Formaggi d’eccellenza, XIX edizione, svoltosi a Piazzola Sul Brenta il 30 settembre ed 1 ottobre 2023, nella incomparabile cornice di Villa Contarini, proprietà della Regione Veneto. CASEUS è considerato il più importante e qualificato evento in ambito di prodotti lattiero-caseari, (che in altre regioni si tenta di copiare con motivazioni ideologiche), che quest’anno ha visto la presenza di oltre 500 tipi di formaggio italiani, ma anche esteri, con degustazioni pubbliche e valorizzazioni da parte degli Enti e Consorzi, come Veneto Agricoltura e Coldiretti, partner del progetto prati stabili medio Brenta. Già nella immagine all’entrata, sono rappresentate tre DOP venete, Asiago, Montasio, Grana Padano, che gli oltre 50 mila visitatori hanno poi incontrato nella Sala delle Conchiglie (Caseus Italiae e Caseus Veneti) e nel parco della villa, con Casa Veneto.
– CSQA, Piazza Dei Sapori, Campagna Amica di Coldiretti. Dopo le innumerevoli tappe della Fattoria di Italialleva, GDO, Dop friulane, Caseifici regionali, Consorzi piccoli produttori, Grandi Latterie regionali e Casa Onaf, ci siamo fermati a Caseus Mundi, perché lo spirito del progetto prati stabili medio Brenta è che il binomio prodotto – territorio, affermato dal presidente Luca Zaia, sia realmente valorizzato ovunque. Sappiamo quanto sia difficile di fronte alle copiature dell’”italian soungding”, fatte anche da caseifici italiani fasulli.
Proprio nello stand Caseus Mundi abbiamo potuto constatare come specifici prodotti esteri, come quelli dei casari Serowarnia Jasiurkowscy (Polonia), non sono affatto in competizione con i nostri quando puntano alla propria tipicità: sono per lo più formaggi teneri, freschi, misti con pecorino, insaporiti al peperoncino, e talvolta affumicati, quindi assolutamente diversi dai nostri. La proposta del presidente Luca Zaia di espandere la mostra in senso internazionale è senz’altro da sottoscrivere, e costituirà un obiettivo del marchio prati stabili medio Brenta.
Il claim del progetto Sviluppo nella biodiversità delle terre del Brenta è, come noto, “ambiente, clima, cibo, salute” in favore della sostenibilità e del benessere dei cittadini residenti nelle praterie delle provincie di Padova e Vicenza. Ora, grazie ed eventi come Caseus, lo slogan diventa anche “tuteliamo : le nostre terre, le nostre vacche, il nostro latte”.
Visita a Caseus del 30 Settembre e 1 Ottobre 2023
Azione 3.2. 9°Festival DOP Venete : Piazzola Sul Brenta 29 ottobre 2023.
Nell’ambito dell’Obiettivo 3 (cibo) all’Azione 3.2, è prevista la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con il marchio d’area “prati stabili medio Brenta”, già adottato per i terreni all’uopo individuati nei due comuni, che potrà essere veicolato dalle aziende che producono in loco, sia con riferimento ai prodotti lattiero caseari e derivati, sia quelli delle carni, nonché quelli orticoli e dei frutteti, in aggiunta alle produzioni già tutelate. A tale scopo, il progetto “Sviluppo nella biodiversità delle terre del Brenta (ambiente, clima, cibo,salute” è stato presente all’evento 9°Festival DOP Venete 2023, svoltosi a Piazzola Sul Brenta il 29 ottobre 2023, nella consueta cornice di Villa Contarini, proprietà della Regione Veneto, ed organizzato da Veneto Agricoltura, CSQA e da Regione Veneto. Avevamo incontrato CSQA e Veneto Agricoltura nella visita organizzata il 13 settembre 2023 presso la sede di Thiene durante il Corso per aspiranti casari ( → vai alla scheda di questo sito). Ci è parso quindi opportuno assistere allo svolgersi della manifestazione odierna, anche per la “declinazione sul campo” delle spiegazioni tecniche fornite in precedenza dagli esperti di CSQA (sig.ra Annarita Bartoli, Francesco Vezzaro, Daniele Retis) e di Veneto Agricoltura (dott.ssa Paola De Dea). Logicamente, la parte relativa ai formaggi delle tre DOP venete, Asiago, Montasio, Grana Padano, presenti nei numero stand delle Scuderie della Villa Contarini sono la parte che più ha interessato la visita, specie per la verifica delle “marchiature” e della “certificazione di rintracciabilità” delle diversi produttori presenti. Ma è stato soprattutto l’approfondimento del “Progetto Cansiglio” relativamente alla biodiversità di quei pascoli, cui il nostro progetto si ispira, che ha consentito di porre le basi per lo scambio di informazioni tecniche con Veneto Agricoltura sullo stato attuale del prati stabili medio Brenta rispetto alla situazione del decennio 1990-2000, necessario per il completamento della mappatura in corso per l’Azione 1 (ambiente). Pertanto, se avremo la collaborazione di Veneto Agricoltura nel progetto “Sviluppo nella biodiversità delle terre del Brenta (ambiente, clima, cibo, salute) , contiamo di consolidare lo slogan “tuteliamo : le nostre terre, le nostre vacche, il nostro latte”.